Torino:  31 marzo – 1 aprile 2017

Università degli Studi di Torino

 

La Clinica per fondare la ricerca.

  1. Lo Verso (Università di Palermo) 

Siamo al sesto incontro del nostro piccolo-grande network. Un bel cammino da quando, con Maurizio, abbiamo cominciato a lavorarci. La presenza di qualificati gruppi di ricerca e cura si è estesa in maniera qualitativa e quantitativa. L’intreccio tra ricerca empirica, cinica, elaborativa e di metodologie adeguate ed integrate, di tipo qualitativo e quantitativo si è ampliata. L’informazione può avere solide costruzioni (anche avendo una forte e bella famiglia di riferimento che è l’SPR). Anche il processo di internazionalizzazione va avanti. Un passaggio importante è quello sull’andar per set(ting) sul quale stiamo facendo dei testi, e cioè, tanti tipi di gruppo psicodinamico (e questo termine è importante poiché il gruppo deve essere consapevole dei processi, delle dinamiche di campo contrasferale degli specifici obiettivi di cura di pazienti). Segnalo, inoltre, il ritorno allo studio approfondito, stavolta, anche empirico, del singolo gruppo e della sua elaborazione ed efficacia, efficienza.

 


 La Psicoterapia di Gruppo nel 21mo secolo: esiti e meccanismi del cambiamento

  1. Burlingame (Brigham Young University – USA)

This talk begins by describing the major clinical and research accomplishments in group treatment over the past century as context for recent research findings.  We then turn to an ongoing controversy in the clinical and research literature; the differential effectiveness of group and individual treatment formats. Main findings from two 2016 papers are summarized; a format meta-analysis of 70 controlled studies and a naturalistic format outcome study of 13,500 patients receiving either individual, group or combined treatment. Next, findings from a comprehensive review of controlled group treatment research by 12 patient disorder is presented to document expected outcomes by common psychiatric presentation. The final segment focuses on strongest empirical predictor of outcome in group treatment; the therapeutic relationship.  Major findings from a meta-analysis of therapeutic relationship ability to predict group treatment outcome. This sets the context for reviewing 15-years of international collaboration on the development, testing and use of the Group Questionnaire which taps the major relationship constructs of cohesion, group climate, alliance and empathy. GQ findings from nearly 3000 group members treated in four countries lead to a series of empirically supported guidelines for clinical use.  We end with an example of how use the EST literature along with outcome and process measures to support clinical practice

 

 

 

Relazioni intersoggettive nei gruppi familiari: un possibile paradigma per i gruppi psicodinamici?

  1. Simonelli, F. De Palo (Università di Padova)

 La prospettiva intersoggettiva maturata all’interno dell’Infant Reasearch ha introdotto l’ottica sistemica in campo evolutivo-psicodinamico, individuando come oggetto di studio la qualità degli scambi interattivi tra il bambino e il suo ambiente di cura. In particolare, alcuni ricercatori hanno posto l’attenzione sulla costruzione degli scambi multipersonali all’interno del sistema famigliare, dimostrando la presenza di capacità innate del bambino ad essere, fin dalla nascita, agente attivo dello scambio relazionale con più di un partner contemporaneamente (Fivaz-Depeursing 2014, Fivaz-deperursinge, Corboz-Warnery, 1999). Il sistema famigliare, inteso come primo gruppo di appartenenza di un individuo, rappresenta una sorta di matrice di base per i successivi modelli relazionali interiorizzati e riproposti dal bambino nello scambio con altre figure di riferimento e/o con i pari nel corso dello sviluppo. Conoscere quindi, le modalità di co-costruzione degli scambi interattivi primari fra i partner di un sistema famigliare, potrebbe fornire una valida guida per decodificare la complessità dei processi presenti all’interno dei gruppi, siano essi naturali che terapeutici. Tali assunzioni hanno guidato il presente lavoro che ipotizza, come già dimostrato dalle ricerche sulle affinità tra le interazioni diadiche (cargiver/bambino) e i processi presenti nello scambio terapeutico (Beebe, Lachmann, 2003; De Palo, Beghelli e Simonelli, 2010), l‘utilità delle variabili osservative del sistema famigliare per poter analizzare e comprendere la complessità delle interazioni che si svolgono entro le sedute di un gruppo terapeutico di bambini.  L’obiettivo esplorativo del presente lavoro risulta essere quindi quello di fornire una possibile guida per la lettura delle interazioni entro un gruppo di bambini con obiettivi terapeutici a partire dalle dimensioni osservative utilizzate nel Family Alliance Assessment Scale (FAAS, Favez et all, 2010) manuale di codifica del Lausanne Trilogue Play (LTP). Attraverso l’osservazione microanalitica, i processi interattivi di gruppo potrebbero essere scomposti e analizzati in unità comportamentali specifiche nel tentativo di comprenderne i significati. Ciascun scambio gruppale, tra bambini con bambini e bambini con i terapeuti, potrà essere osservato a partire da livello di:  Partecipazione, Organizzazione, capacità di Co-costruzione e il grado di Calore e Contato affettivo di ciascuno dei membri del gruppo; inoltre potrà essere osservata la capacità di Coinvolgimento dei bambini e la capacità di Inquadramento e di Coordinazione della coppia terapeutica.

In conclusione, secondo questa visione ipotizziamo che il lavoro clinico e dei clinici in ambito gruppale in età evolutiva possa essere notevolmente arricchito dal considerare il piano interattivo intersoggettivo come punto di vista privilegiato per la comprensione dei processi di cambiamento nell’intervento terapeutico introducendo sempre più metodologie della ricerca che derivano dagli studi sullo sviluppo precoce.


 

 THE GIPG: proprietà psicometriche di una griglia per l’osservazione di patterns interattivi nei gruppi con bambini e adolescenti.

  1. Sordano (ASL TO 5), C. Guarnaccia (Université de Paris), M.N. Sala, P. Molina (Università di Torino)

The group processes of psychodynamic groups with children and adolescents are less studied compared to adults groups. The intersubjectivity paradigm, the studies on the triadic function of the mind and the research on effectiveness factors in group process help to affirm that the different ways of “being in group” contribute to the evolution of a therapeutic process based on the development of flexible triadic interactions. The GIPG aim to explore three interactive areas: interpersonal, inter-subjective and group coordination, useful to assess interactive pattern in group.

The objective of this work was to verify the psychometric properties of GIPG and to evaluate the associations between process and outcome variables. We evaluate outcome with SWAP 200-A and SDQ, compiled respectively by the therapist and parents at the beginning and at the end of the intervention. For the group process evaluation we applied the GIPG to video records of three sessions of psychodrama group from two different groups with adolescents aged from 13 to 17 years old (11 participants). The videos had an average duration of 80 min, encoding was performed by two pairs composed by 2 independent evaluators. The videotapes of the sessions were coded for each participant by dividing the video into 5 minutes sequences.

We found very good inter-rater agreement for all subscales that confirm our hypothesis on the reliability of the GIPG (0.605 ≤ K ≤ 0.815), we found also significant differences between the average scores of Session 1 and Session 3, with a significant increase in scores on almost all subscales, confirming the hypothesis of a more structured group processes during the time. Finally, outcome evaluation shown significant improvement of psychological functioning and symptoms.

Our finding are consistent with literature that affirms the importance of therapeutic factors related to the group process in assessing the effectiveness of the therapy.

 

 

LA VALUTAZIONE DEGLI ESITI

Variazioni nell’esito e nel processo tra due slow-open gruppi di psicodramma: uno studio di misura longitudinale.

  1. Gasseau (Università della Valle d’Aosta) C. Guarnaccia (Université Paris 8 Vincennes Saint-Denis -France)

Longitudinal designs have recently received more attention in a variety of different disciplines of psychology (West, Biesanz, & Kwok, 2003), psychotherapy researchers are often interested in change or development over time (Tasca & Gallup, 2009; Gallup & Tasca, 2009). This is even more important for the evaluation of rolling groups, namely groups do not have fixed members (Morgan-Lopez & Fals-Stewart, 2007). The four most important reviews on Psychodrama (D’Amato & Dean, 1988; Kellermann, 1982; Kipper, 1978; Rawlinson, 2000) consider it an effective technique in changing many aspects of the self and personality of patients (even with severe diseases). However, the main limitation of much research is that empirical data have been generated infrequently and have often been based on qualitative designs (Kipper & Ritchie, 2003).

The aim of our study was to evaluate outcome and process fluctuation across time in two long-term Psychodrama group, slow-open, with severe patients and to understand the connections between the therapeutic process and treatment outcomes.

We analyzed data collected on 28 patients in treatment with Psychodrama, assessed for  2 years during a long term psychotherapy process. The mean age of the sample is 34.17 years for Less Severe Group and 45 years for Severe Group, in both groups approximately the  50% are women. To outcome evaluation we administered the self-report: IIP-32, R-SES, ASQ, OQ-45, SCL-90, to process evaluation we used the Group Questionnaire.

We observe many positive change on the evaluation of statistical and clinical change (RCI) and a significant impact of process variables on the outcome measures.

The results of this study are an interesting deepening about the specificity of the technique psychodrama than other psychotherapeutic models that allows you to develop some thoughts about its use in the clinical setting.


 

 Metodi qualitativi e quantitativi nella ricerca di processo orientata alla pratica nei gruppi condotti con tecnica psicodrammatica.

K.M. Ciepliński (Catholic University of Lublin–Poland, Fepto Research Committee)

The meaningful task of psychodrama process researchers is to look for designs combining nomothetic and idiographic approaches. In this context, the FEPTO RC network recognises as useful the Single Case Efficacy Designs created by Robert Elliott (2002) (Krall & Ciepliński, 2015). The first results of using this method for the measurement of outcomes and analysing the change process are promising (Fürst & Krall, 2016; Gonzalez & Lucas, 2016). During the presentation, preliminary experiences from the Polish research on psychodrama group processes using qualitative and quantitative research tools in clinical and non-clinical contexts will be presented and discussed. The author will also highlight the issue of the opportunities and risks resulting from the combined roles of psychodrama practitioner and researcher.

 

 

Indagine nazionale sulle modalità di assessment nella terapia di gruppopsicodinamica.

F.N. Vasta (Università Cattolica del Sacro Cuore), R. Girelli (La Sapienza Università Roma), F. Bavone (Perugia), S. Gullo (Università “Niccolò Cusano” – Roma)

Il presente contributo si inserisce quale indagine quali-quantitativa condotta sul territorio nazionale in collegamento con le indicazioni inserite nelle “Linee guida per una buona prassi nel lavoro clinico e di ricerca empirica sui gruppi psicodinamici. Il contributo del network italiano”: Vasta et al. (a cura di) 2017, ed. Alpes. In particolare, il focus dell’indagine riguarda le operazioni di selezione e composizione dei pazienti per i gruppi terapeutici. Un’ulteriore connessione dell’indagine riguarda la ricerca sul training dello psicoterapeuta di gruppo, come illustrato al Congresso SPR Italia (2016), dove sono stati presentati i risultati emersi dalla fase pilota condotta sul territorio laziale e umbro.

Lo strumento utilizzato è stato un’intervista semi-strutturata progettata ad hoc, somministrata a 80 soggetti, per via telematica o telefonica, che lavorano come psicoterapeuti di gruppo a orientamento psicodinamico nel settore pubblico e privato. Gli aspetti indagati sono i seguenti: tempo dedicato al processo di assessment per il gruppo; metodo e strumenti utilizzati; criteri che hanno guidato tali scelte di metodi e strumenti; valutazione dell’efficacia clinica di tali scelte, in particolare sulle ricadute della composizione del gruppo così effettuata e rispetto a eventuali dropout.

Vengono discussi: i risultati emersi e le implicazioni per una formazione mirata rivolta ai colleghi alla luce dei dati raccolti, secondo le Linee guida sulla selezione e composizione condivise dal Network.

Riguardo alle difficoltà incontrate, si segnala soprattutto quella relativa al coinvolgimento dei colleghi nell’aderire alla compilazione dell’intervista. In secondo luogo, la varietà di dispositivi gruppali incontrati nel corso dell’indagine pur facenti tutti parte del paradigma psicodinamico non ha reso semplice poter effettuare delle sintesi significative, né per il motivo appena segnalato è stato possibile effettuare una selezione interna fra i dispositivi di gruppo disponibili tale da garantire maggiore omogeneità di set/setting.

 


 Andare oltre le barriere: per una clinica research-oriented.

  1. Lo Coco (Università di Palermo)

Il gap tra ricerca e pratica clinica rimane ancora uno dei maggiori ostacoli alla diffusione di pratiche psicoterapeutiche research-oriented. Tale distanza permane sia per le psicoterapie individuali che di gruppo.

Negli ultimi anni si sono sviluppati diversi programmi di lavoro per ridurre questa distanza e favorire un dialogo produttivo tra clinica e ricerca. L’intervento è volto ad offrire una panoramica delle strategie che si stanno proponendo a livello internazionale per incrementare una pratica psicoterapeutica informata sui risultati della ricerca e una ricerca basata sulle reali necessità dei clinici nel lavoro quotidiano.

 

 

Risultati preliminari sull’efficacia della psicoterapia di gruppo per I disturbi correlati a sostanze. Una meta-analisi di studi randomizzati e controllati.

  1. Lo Coco, S. Gullo, V. Oieni, F. Melchiori, M.R. Infurna (Università degli Studi di Palermo)

Esistono evidenze empiriche che supportano l’efficaci dei trattamenti psicosociali nel trattamento dei disturbi da uso di sostanze (Dutra et al., 2008). Numerosi studi sono stati condotti anche sull’efficacia della terapia di gruppo rivolta a pazienti con queste diagnosi. I rimutati emersi finora indicano una sostanziale somiglianza tra gli effetti prodotti dalla terapia di gruppo e dalla terapia individuale (Weiss, et al., 2004). Tuttavia non ci sono dati ancora sufficientemente chiari e aggiornati sull’efficacia del gruppo in relazione ai diversi tipi di sostanze utilizzati e ai diversi format di gruppo utilizzati.

Il presente lavoro di meta-analisi intende fornire una misura l’effetto (effect size) dell’esito ottenuto da pazienti trattati con psicoterapia di gruppo confrontandolo con l’effetto ottenuto dagli altri interventi psicoterapeutici erogati in setting individuali, da trattamenti farmacologici, da supportivi e di auto-aiuto.

Lo screening della letteratura di settore è stata effettuata attraverso i principali database elettronici (PsychINFO, Medline (Ovid), Web of Science, Cochrane CENTRAL). La strategia di ricerca adottata è stata basata sulle indicazioni metodologiche fornite da Lefebvre, Manheimer & Glanville, (2011). Lo studio include studi RCT compresi tra il 1990 e il 2016, condotti su pazienti con Disturbo correlato all’uso di sostanze, in cui il gruppo terapeutico rappresentava l’unico o il principale intervento di cura. I disturbi correlati a sostanze presi in considerazione dal presente studio escludono diagnosi correlate all’uso di tabacco.

Verranno forniti risultati relativi al numero di studi inizialmente eleggibili, verranno illustrati i diversi passaggi di screening della lettura in base ai criteri di inclusione ed esclusione, e verranno presentati i dati relativi agli studi effettivamente inclusi nella fase finale di analisi dati della ricerca. Verranno altresì infine forniti risultati preliminari sull’effect size relativo all’efficacia del trattamento psicoterapeutico di gruppo per pazienti con diagnosi di disturbo sostanza correlati.

 

 

Dal trauma alla neurodegenerazione: quanto è salvifico ricordare le situazioni post traumatiche?

 Mela IAGP (Chair of IAGP Research Committee)

There are many symptoms emerged in neurodegenerative brain dysfunction. Some of them can be faced in patients who undergo individual or group psychotherapy such as: confusion, memory loss and dysfunction,mild cognitive impairment, pseudo-dementia, disorientation in time and space, depression, anxiety, isolation, resignation.

These symptoms can be also faced and treated separately in the frame of Psychotherapy as a psychodynamic dysfunction. The consequences on the brain’s immune responses during Psychotherapy will be analyzed.

Syndrome of multiple losses, mourning, stress and depression will be considered as fundamental factors influencing the process of neurodegeneration by their impact to the brain’s immune expression and to the dysregulation of the memory’s function.

Some interesting questions emerged from this empirical research, are the following: “treatment of the symptoms could possibly delete the onset of  neurodegeneration?”  and “which are the factors that could serve in favor of it?”.

Specific therapeutic factors in the treatment of chronic stress and of the reparation of current or past traumatic life’s experiences during psychotherapy of patients with symptoms with neurodegeneration, will be evaluated in this presentation.

The contribution of the brain’s plasticity modification and expression by Group Psychotherapy will be further analyzed and measured.

 

 

Panel

Strumenti e metodi negli studi di processo nei gruppi psicodinamici

 

 

Un posto per il cuore: gruppo omogeneo in un reparto di Riabilitazione Cardiologica

 Marogna, F. Caccamo, A. Pinton, S. Saltini, V. Sava (Università degli Studi di Padova)

Da precedenti ricerche realizzate nell’ambito della Cardiologia Riabilitativa di Cittadella, abbiamo mostrato l’efficacia degli interventi realizzati in tale contesto che si delineano come una presa in carico totale e complessa dedicata alla sfera corporea e psicologica del paziente. In particolare, abbiamo osservato che il programma di riabilitazione, seppur della durata di 2 settimane, produce una riduzione dei livelli di ansia e di depressione nei pazienti presi in carico (Caccamo et al., 2016).

Tra i vari interventi, il nostro interesse clinico si è focalizzato sul gruppo omogeneo per tentare di comprendere quali siano i fattori d’azione che possono aver messo in moto questo risultato in termini di efficacia.

Considerato che si tratta di un gruppo omogeneo, i fattori terapeutici che, sulla base delle osservazioni cliniche raccolte, rappresentano il motore del processo di gruppo sono: l’universalità, l’infusione della speranza e i fattori esistenziali (Yalom, 2009). I pazienti, nel gruppo, hanno realizzato il riconoscimento del proprio vissuto di malattia, compreso il significato “pubblico” dell’essere malato, condiviso con altri i vissuti angoscianti. Attraverso il riconoscimento di situazioni simili alle proprie e la possibilità di riflettere su tematiche delicate quali la morte, la sofferenza, la responsabilità si è attivato un processo di gruppo coinvolgente e coeso che ha permesso ai pazienti di recuperare una migliore qualità di vita in termini di minori livelli di ansia e di depressione.

 

 

Fenomenologia interpretativa come strumento di analisi di processo: studio clinico sul percorso psicodrammatico di due pazienti oncologi

  1. Lamiani (Humanitas University), I. Fossati (Ospedale San Paolo – Milano), E. Vegni (Università degli Studi di Milano)

Dal 2010 sono attivi presso l’Ospedale San Paolo, Milano, due gruppi continuativi di psicoterapia ad orientamento psicodrammatico per pazienti oncologici. I gruppi sono eterogenei per sede e stadiazione tumorale e vengono condotti presso gli ambulatori del Servizio di Psicologia con cadenza settimanale e una durata di un’ora e mezza. Uno specializzando partecipa come osservatore/trascrittore delle sessioni.

 

Descrizione della ricerca

Nella ricerca sui gruppi di psicoterapia si sottolinea l’importanza della valutazione del processo. La metodologia fenomenologico-interpretativa è particolarmente utile per comprendere il mondo interno dei soggetti tramite lo sguardo esterno del ricercatore. Nel presente studio abbiamo adottato tale metodologia per descrivere i processi di evoluzione interna di due pazienti oncologici che avessero portato a termine il percorso psicoterapico o per decesso o per conclusione concordata. Per ogni paziente sono stati analizzati i trascritti verbatim di 15 sessioni, campionate a inizio, a metà e a fine terapia.

 

Risultati emersi

Dall’analisi si evince che entrambe le pazienti (G., 68aa, neoplasia ovarica metastatica e N., 54aa, carcinoma della mammella) hanno riportato un cambiamento evolutivo caratterizzato da: 1) un allargamento dei controruoli relazionali superando l’unico ruolo di malata prevalente a inizio terapia; 2) una progressiva accettazione della propria malattia/morte.

 

Rapporto tra clinica e ricerca

Seppur in modo preliminare le osservazioni clinico-interpretative derivanti dall’analisi fenomenologica possono avere una ricaduta utile sia per l’azione terapeutica che per la ricerca. Lo studio dei cambiamenti nei gruppi terapeutici, difficile da affrontare, può avvantaggiarsi dell’utilizzo di una metodologia utilizzata in contesti duali.

 

Contributo nel lavoro clinico della ricerca condotta

I risultati trovano un interessante collegamento con le valutazioni cliniche che lo psicoterapeuta fa al termine del percorso. Potersi confrontare con il vissuto dei pazienti ex post terapia non basandosi solo sulle proprie interpretazioni, consente allo psicoterapeuta di allargare la comprensione di ciò che accade nel mondo interno dei pazienti e delle loro possibili risposte psico-emotive, permettendo di apportare nuovi stimoli ai percorsi offerti in futuro.

 


 Validazione italiana del Group Questionnaire

  1. Giannone, C. Guarnaccia, S. Gullo, M. Di Blasi, G. Lo Coco, C. Giordano, G. Lo Verso

Questo studio riporta i risultati della validazione italiana del Group Questionnaire (GQ). Il GQ è uno strumento recentemente sviluppato da Krögel et al. (2013) per la valutazione delle relazioni terapeutiche nei gruppi.

Il principale vantaggio del GQ consiste nel superamento della frammentazione dei costrutti tipici della ricerca sul processo nei gruppi (coesione, alleanza, clima) attraverso la proposta di un modello a tre fattori della “qualità” delle relazioni (Positive Bonding, Positive Working and Negative Relationship) che fornisce anche informazioni specifiche sulla struttura delle relazioni del gruppo ( membro-terapeuta, membro-membro, membro-gruppo).

Lo strumento consiste di 30 items suddivisi nelle seguenti scale: Positive Bonding (13 items), Positive Working (8 items), Negative Relationship (9 items).

In questo studio il GQ è stato somministrato a 372 soggetti (322 femmine, di età tra i 19 e 61anni, media 25.31 and DS di 6.86). 310 partecipanti sono studenti universitari che hanno partecipato a gruppi di training focalizzati sulle dinamiche di gruppo, mentre 62 soggetti sono partecipanti a gruppi terapeutici che provengono da contesti clinici pubblici e privati.

La validità cross-culturale del GQ nella popolazione italiana è stata esaminata confrontando le proprietà psicometriche e l’equivalenza della struttura fattoriale e dei punteggi del GQ italiano con la versione originale americana.

I risultati e i dati relativi ad affidabilità e validità confermano la struttura a tre fattori della versione originale e indicano che il GQ ha buone proprietà psicometriche e può essere considerato uno strumento valido ed affidabile per la valutazione del processo nei gruppi.

  • Università di Palermo
  • Università “Niccolò Cusano”, Roma

 

 

Gli stili narrativi dei gruppi dinamici come indicatori di cambiamento: ipotesi teoriche e proposte metodologiche

  1. Celia (SCUPSIS, roma), M. Cozzolino (Università degli Studi di Salerno)

Il lavoro si situa nel filone di studi delle dinamiche di gruppo (Anzieu, Kerneberg, Rouchy) e narrazione (Shafer, Spece, Bruner, White).

L’ipotesi del lavoro è che i gruppi abbiano uno specifico stile narrativo in funzione della fase in cui si trovano e che questo può essere individuato attraverso indicatori specifici. L’autore ha condotto una ricerca finalizzata ad analizzare il legame tra narrazione, intesa come stile narrativo, e fasi dinamico-evolutive dei gruppi.

Per indagare lo stile narrativo dei gruppi in funzione della fase evolutiva in cui si trovano, è stato applicato uno strumento, sviluppato dall’autore e denominato Griglia per l’Inquadramento dello Stile Narrativo dei Gruppi Dinamici (G.I.N), composto da un insieme di indicatori narrativi.

La ricerca è stata condotta con il metodo ideografico e applicando una metodologia di analisi dei dati di tipo qualitativo a partire dall’utilizzo della Griglia (G.I.N.) in due differenti contesti di gruppo. Una prima analisi narrativa è stata condotta in ambito clinico-formativo su osservazioni empiriche e su un corpus di dati audio relativi a dinamiche di gruppo condotte su un gruppo di psicologi in formazione tra il 2014 ed il 2015 presso la scuola di specializzazione in psicoterapia Scupsis di Roma; la Griglia è stata inoltre impiegata in un contesto non clinico, e cioè in un gruppo di Auto e Mutuo Aiuto (Associazione A.M.A.)

I risultati dell’analisi narrativa condotta in entrambi i contesti consentono di concludere che la lettura della trama narrativa dei racconti di gruppo, attraverso G.I.N. offre l’opportunità di una profonda lettura del processo di gruppo e dello stato emozionale che attraversa.

Seconda parte: il nodo è di natura metodologica in quanto si ritiene lo strumento G.I.N innovativo ma necessita di ulteriori dati. La griglia G.I.N può essere uno strumento efficace nel rilevare la fase evolutiva raggiunta dai partecipanti in diversi contesti di gruppo.

 

 

Il legame di attaccamento nel contesto della terapia di gruppo: una review sulla letteratura empirica

  1. Falsi, S. Gullo (Università “Niccolò Cusano” – Roma)

Nonostante la letteratura, sia clinica che empirica, focalizzata sullo studio della relazione fra la teoria dell’attaccamento e la psicoterapia di gruppo sia notevolmente aumentata negli ultimi anni, c’è ancora poca chiarezza sul modo in cui il costrutto dell’attaccamento possa essere declinato ed usato nell’ambito della terapia di gruppo. Recentemente alcuni studi empirici hanno considerato l’attaccamento come misura d’esito, in altri studi è stato invece considerato come predittore della relazione e del processo di gruppo, in altri ancora è stato utilizzato esso stesso come misura della qualità della relazione tra i membri del gruppo (Marmarosh et al., 2013). Dalle ricerche è chiaramente emerso che non tutti i membri del gruppo rispondono alle richieste di intimità, al conflitto e alla regolazione dell’emozione allo stesso modo e che i diversi tipi di trattamento di gruppo faciliteranno in modo diverso i processi di cambiamento per i singoli membri, a seconda dello stile di attaccamento di ciascuno. La ricerca ci ricorda come le differenze nello stile di attaccamento influenzino il modo in cui il gruppo, i membri e i leader percepiscono gli altri individui, sin dall’inizio dell’attività di gruppo.

Il presente lavoro di review ha lo scopo fornire una rassegna completa e aggiornata di tutti gli studi empirici, ad oggi esistenti, che hanno utilizzato il costrutto dello stile di attaccamento individuale e al gruppo per spiegare i processi che avvengono nelle terapie di gruppo e per analizzare quale sia l’influenza dello stile di attaccamento in questi processi gruppali e nei conseguenti esiti terapeutici.

Saranno forniti dati relativi ai principali strumenti utilizzati per la misurazione dell’attaccamento nel setting gruppale e risultati relativi ai principali risultati emersi relativi alla correlazione tra attaccamento e processo di gruppo, e attaccamento ed esito del gruppo.

 

 

Panel.

L’osservazione negli studi di processo e di esito nei gruppi in età evolutiva

 

 Studio di processo: costruzione di strumenti per la rilevazione di indicatori di cambiamento dei percorsi di pazienti adolescenti inseriti in comunità terapeutiche e socioriabilitative del territorio piemontese

  1. Cristofanelli, L. Ferro (Università della Valle d’Aosta, Dipartimento SHS)

Il tema della valutazione dell’intervento costituisce da tempo un aspetto cruciale per la presa in carico degli adolescenti da parte dei differenti professionisti coinvolti, con una particolare attenzione alla qualità dei Servizi (pubblici e privati) e alle risorse disponibili. Questa esigenza di riscontro tra impiego di tali risorse e reale beneficio per gli utenti, oltre ad essere prerequisito fondamentale per l’allocazione delle stesse e per l’utilizzo e la progettazione di interventi sociali e sanitari efficaci, è anche uno strumento utile al miglioramento della qualità e dell’efficienza dei Servizi. È fondamentale, infatti, valutare l’efficacia nella pratica (effectiveness) di un intervento, perché molto spesso i risultati dei trial clinici, non sono replicabili nei servizi di NPI, setting molto complessi che si occupano di un’utenza estremamente eterogenea ed in genere multiproblematica, in particolare in adolescenza. Nello specifico, con tale utenza è necessario determinare l’efficacia di pacchetti di interventi piuttosto articolati, che manifestano i loro effetti sul lungo periodo. In tali contesti di intervento occorre pertanto dare priorità alle dimensioni collocabili sull’asse temporale per non rischiare di rimanere intrappolati nella gestione delle emergenze/urgenze che gli adolescenti costantemente impongono. Obiettivo del presente lavoro è quello di fornire agli operatori strumenti che permettano di raccogliere in maniera sistematica e confrontabile informazioni (che in modo informale vengono già raccolte nella pratica di routine), che fungano da indicatori di cambiamento valutabile e che consentano di aumentare il livello di conoscenza dei propri pazienti, utili per una progettazione mirata. L’utilizzo di un metodo strutturato per la pianificazione e la valutazione dell’intervento permette di introdurre tra gli operatori una ‘cultura valutativa’, attraverso semplici procedure di monitoraggio. L’attività di ricerca sui fattori che possono facilitare o inibire tali processi di cambiamento e di recupero delle risorse, diviene pertanto parte integrante dell’intervento e costituisce un vero proprio paradigma di cura.

 

 

Osservazione e analisi testuale come strumenti di ricerca-azione. Focus Group per la prevenzione del consumo di alcolici in adolescenza: studio di processo.

  1. Ferruzza, M. Gatta, C. Gatto Rotondo, L. Svanellini

Il presente lavoro rientra in uno studio più ampio avente come oggetto di indagine l’efficacia in termini qualitativi (analisi del processo) e quantitativi (analisi dell’outcome) dello strumento Focus Group (FG), nell’ambito del progetto “Che piacere…”, mirato alla prevenzione del consumo precoce di alcolici, svolto all’interno di scuole secondarie di II grado di Padova e provincia. Le sessioni FG, 4 di due ore per ciascun gruppo classe, sono semi-strutturate, condotte da due psicologi e prevedono la presenza di un osservatore con il compito di trascrivere reports dettagliati.

Il lavoro è incentrato sull’analisi del testo di questi ultimi, allo scopo di evidenziare lo sviluppo tematico (Vanni e Sacchi, 1990) nelle interazioni verbali dei partecipanti e il dispiegarsi del processo nel corso degli incontri.

Ogni report,  trascritto dall’osservatore,  è stato analizzato con l’ausilio del software Atlas.ti, utilizzando una griglia di codici precedentemente elaborata mediante un confronto tra giudici, secondo il metodo dell’interosservazione (Bozzi 1978).

Gli obiettivi di questa parte dello studio mirano a:

  • indagare le opinioni dei ragazzi sul consumo di alcolici e le sottostanti motivazioni soggettive e socio-culturali.
  • osservare, nel corso degli incontri, l’eventuale evoluzione dei contenuti e dei significati attributi alle esperienze.

L’analisi testuale favorisce la possibilità di comprendere la natura del gap tra la conoscenza che i ragazzi hanno dei rischi associati all’uso/abuso di alcolici e le loro abitudini comportamentali. Scandagliare le tematiche attivate dal processo gruppale ha inoltre permesso di cogliere l’evoluzione delle tematiche nel corso degli incontri, evidenziando relazioni significative tra contenuti più razionali e aspetti meno consapevoli.

I risultati emersi mostrano come l’esperienza dei FG e l’osservazione nel suo contesto, attivando una circolarità di pensieri ed esperienze tra pari e con adulti, accostando aspetti più o meno consapevoli e mettendo insieme elementi inizialmente portati in modo parcellizzato, permetta l’attivazione di un processo “simbolo-poietico” (Lo Verso, Di Blasi 2011), che risulta costituire un elemento centrale per l’efficacia preventiva in età evolutiva. L’osservazione del processo ha inoltre consentito di formulare una fertile riflessione sullo stile di conduzione all’interno dei FG.

 

  • Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione – Socia AS.VE.G.R.A. – Docente C.O.I.R.A.G.- Padova
  • Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino – Struttura Complessa Infanzia Adolescenza Famiglia ULSS 16 – Padova
  • Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione – Socia AS.VE.G.R.A – Padova
  • Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino – Struttura Complessa Infanzia adolescenza Famiglia ULSS 16 – Padova

 

 

Psicodramma analitico per adolescenti in comunità diurna uno studio di processo

  1. Bonafede, M. Quartararo, M. Sechi, G. Sernagiotto (Comunità educativo-riabilitativa “Il Grande Carro”, Fondazione “La Grande Casa”)

 Obiettivo di questo lavoro è stato rilevare e analizzare l’atmosfera in due piccoli gruppi di psicodramma analitico composti ognuno da cinque adolescenti con difficoltà relazionali inseriti presso la comunità educativo-riabilitativa diurna “Il Grande Carro”. I gruppi, tenuti con cadenza settimanale, erano aperti, a tempo limitato, misti per sesso e omogenei per fasce di età (12; 13-15). Il clima di gruppo è stato misurato dal conduttore per un intero anno di lavoro con continuità settimanale, al termine di ogni seduta, attraverso la forma breve del Questionario sul Clima di Gruppo (MacKenzie, 1983).

Il risultato più evidente è la differenza significativa in quasi tutte le scale tra i punteggi dei due gruppi, a testimonianza del clima decisamente migliore sviluppatosi nel gruppo dei più grandi per la loro maggiore attitudine a rendere esplicito e elaborabile il vissuto terapeutico. Un’altra differenza riguarda la forma dell’andamento dei punteggi nel tempo: i piccoli mostrano un deciso miglioramento nella prima parte dell’anno e un altrettanto deciso peggioramento nella seconda parte, mentre i grandi presentano un andamento altalenante che, tuttavia, come anche per i piccoli, non dà luogo ad alcun trend di miglioramento o peggioramento. Il picco raggiunto nel gruppo dei piccoli si associa direttamente ad un cambiamento introdotto nell’èquipe degli operatori a febbraio. Tale cambiamento ha riguardato anche i grandi, ma ha interagito qui con avvicendamenti tra i partecipanti che hanno giocato un ulteriore ruolo destabilizzante, determinando un andamento più disordinato.

 

 

Quando l’osservazione diventa cre-azione: un ponte tra l’apprendere e il trasformare. Attraversamenti di gruppi di prevenzione promossi dalla LILT in ambito scolastico.

  1. Ceroni, A. Delle Grottaglie

Questo contributo nasce da alcune riflessioni scaturite a seguito di un’esperienza di osservazione di gruppi di adolescenti. Il contesto di riferimento è quello delle scuole secondarie di II grado di Padova e Rovigo, coinvolte nell’ambito della campagna di prevenzione primaria e secondaria “Costruire salute” promossa dalla LILT – sezione di Padova (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). I progetti cui ci si riferisce hanno il duplice obiettivo di individuare all’interno dello stile di vita fattori di rischio che possono provocare l’insorgenza di malattie e di potenziare quelli protettivi, rivolgendo una costante attenzione alla ricerca.

 

Il percorso proposto, per ciascun gruppo-classe, prevede tre incontri, con cadenza settimanale, di due ore ciascuno utilizzando il focus group. Tali interventi vengono co-condotti da due psicologhe psicoterapeute e prevedono la presenza di un osservatore silente avente la funzione di custodire la memoria del gruppo, il quale al termine del percorso restituisce riflessioni sulle dinamiche che hanno caratterizzato il processo.

L’osservazione, prevista all’interno di un percorso formativo finalizzato al potenziamento dell’attività nelle scuole, ha assunto durante il dipanarsi di questa esperienza sia una funzione generativa di ulteriori significati, sia una funzione specifica di integrazione tra i processi emotivi che coinvolgono la conduzione ed il gruppo.

Gli autori discuteranno del ruolo della formazione in ambito gruppoanalitico come variabile importante al fine di poter guardare al gruppo in modo poliedrico. Inoltre verrà evidenziato come la funzione dell’osservatore rappresenti la possibilità di consentire all’altro di esprimersi rimanendo in ascolto, aspetto che risulta talvolta carente nel mondo adolescenziale. In contrasto con una società dominata dall’immediatezza, dalla simultaneità di comunicazioni nei social network e conseguentemente anche nella realtà, la figura osservante si pone come testimone della possibilità di attendere e creare uno spazio di pensiero.

 

 

Psicodramma e la gestione dell’alessitimia in adolescenza

  1. Testoni, L. Ronconi

L’alessitimia è un costrutto relativo a una personalità caratterizzata dall’incapacità di identificare e descrivere le emozioni. Le sue caratteristiche principali sono contrassegnate da disfunzioni nella consapevolezza emotiva, nell’attaccamento e nelle relazioni interpersonali. Lo studio, che viene discusso in questa sede, appartiene a un progetto orientato a rilevare alcune caratteristiche di fondo dell’alessitimia, riconoscendo nell’angoscia di morte una delle sue possibili costituenti. Lo stesso progetto intende altresì dimostrare come lo psicodramma, per quanto riguarda la sua applicazione psicosociale come “sociodramma”, possa essere un’ottima strategia preventiva per il benessere in adolescenza, dimostrandosi efficace in particolare nella gestione dell’alessitimia. Infatti, esso è in grado di facilitare l’elaborazione di temi profondi ed emozioni, che caratterizzano molti problemi esistenziali degli adolescenti, che non sono sufficientemente presi in carico da parte tanto dei genitori quanto degli insegnanti. Lo studio presenta i risultati di una ricerca-intervento, centrata sulla promozione del benessere degli adolescenti, realizzata in 6 scuole superiori italiane, che ha coinvolto 534 studenti. Il progetto è stato incentrato sulla paura della morte, sulla rappresentazione della vita dopo la morte e sulla spiritualità, utilizzando lo psicodramma come tecnica di elaborazione dei vissuti portati dagli adolescenti. Lo scopo dello studio, quindi, è stato quello di esaminare il rapporto tra angoscia di morte, alessitimia, rappresentazioni della morte e della spiritualità, prima e dopo l’intervento. Gli strumenti utilizzati sono stati il Testoni Death Representations Scale (TDRS) (Testoni et al 2015), Il Collett-Lester Fear of Death (Collett & Lester, 1969; Lester, 2004; Lester, Abdel-Khalek 2003),  Il WHOQOL-SRPB (Skevington, Gunson, e O’Connell, 2013) e The Toronto Alexithymia Scale (TAS) (Bagby, Parker, e Taylor, 1994). I risultati dimostrano che la gestione psicodrammatica di queste tematiche non ha aumentato l’ansia di morte, mentre ha ridotto l’alessitimia e ha modificato la rappresentazione ontologica della morte.

 

 

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